20 gennaio 2022
Nell’ultimo decennio il mare Mediterraneo ha assunto una centralità in quella che potremmo definire un “problematic chessboard”, ovvero un contesto geopolitico particolarmente complesso ed in costante mutazione. Il controllo della frontiera euro-mediterranea, da sempre, rappresenta uno dei problemi “irrisolti” per l’intera Comunità Europea, dato che il Mediterraneo si pone come punto di incontro del continente eurasiatico con quello africano.
A peggiorare le cose si innesta l’instabilità politica di molti Stati del Medioriente e degli Stati costieri dell’Africa settentrionale, che ha consentito ad alcune grandi potenze estere di immettersi nel bacino del Mediterraneo.
Su uno scenario geopolitico a dir poco complesso come quello descritto, l’Italia deve necessariamente esercitare una funzione di tutela dei propri interessi nazionali attraverso l’unica forza di polizia particolarmente dedicata al controllo aeromarittimo: la Guardia di Finanza.
Al monitoraggio dei traffici commerciali, che tipicamente sono oggetto di controllo da parte dei finanzieri onde verificarne la correttezza delle rotte percorse in acque internazionali, si affiancano nuove e più complicate attività finalizzate alle attività di polizia economico-finanziaria, ma anche al contrabbando, al narcotraffico, al traffico di rifiuti tossici e all’immigrazione clandestina.
Per l’esplorazione aeromarittima condotta in acque internazionali, attività che necessità di capacità e professionalità variegate di particolare spessore, la Guardia di Finanza, quale unica Forza di Polizia deputata ad assicurare i servizi di Ordine e Sicurezza Pubblica in ambiente marino, si affida al Comando Aeronavale Centrale, cui è ricondotta la responsabilità di indirizzo, coordinamento e controllo delle componenti del settore aeronavale d'altura. Dal Comando dipendono:
- il Comando Operativo Aeronavale, istituito alla sede di Pomezia – Pratica di Mare (RM) che coordina l'attività di vigilanza svolta in alto mare, a livello nazionale, sovraordinato a:
- n. 1 Gruppo Esplorazione Aeromarittima, con sede a Pomezia – Pratica di Mare;
- n. 3 Gruppi Aeronavali (Messina, Taranto e Cagliari);
- il Centro Navale (Formia - LT), che provvede alla logistica centralizzata e alle funzioni amministrative per le esigenze riferite al comparto, nonché ai compiti di standardizzazione navale;
- il Centro di Aviazione (Pomezia - Pratica di Mare), che assolve le funzioni di supporto tecnico, logistico e amministrativo riferite al comparto aereo ed i compiti addestrativi in materia di post-formazione e standardizzazione aerea.
In considerazione della rilevanza del bacino del Mediterraneo in termini di “congestione” del traffico marittimo, appare oltremodo chiaro quali possono essere le difficoltà degli organismi di polizia per il controllo di un contesto geografico così ampio e densamente trafficato. Per cercare di comprendere come tali attività sono condotte costantemente dal Comando Operativo Aeronavale, abbiamo deciso di visitare il Gruppo Esplorazione Aeromarittima di Pratica di Mare, unico reparto del corpo dotato di aeromobili ad ala fissa.
In un brumoso e freddo mattino di inizio dicembre, siamo stati ricevuti presso il Comando della base di Pratica di Mare, dal gen. b. Joselito Minuto, comandante del Centro di Aviazione, e dal gen. b. Alessandro Carrozzo, comandante operativo aeronavale. Ad accoglierci alla base e ad accompagnarci per tutta la giornata è stato il ten. pil. Piero Valentini, un ufficiale di grande valenza personale e professionale, sempre pronto ad esaudire le nostre richieste di informazioni o chiarimenti.
Dopo il caffè di benvenuto, accompagnato dalla tradizionale signorilità che contraddistingue da sempre la Guardia di Finanza, è il generale Minuto ad illustrarci le peculiarità della parte “alata” della GdiF e delle numerose e variegate missioni che sono richieste al Comando Aeronavale. È stupefacente come con un numero contenuto di velivoli, specialisti e piloti, il Gruppo Esplorazione Aeromarittima riesca a sopperire ad una molteplicità di richieste di intervento a dir poco impressionante: dal monitoraggio delle rotte marittime, al contrasto al traffico di stupefacenti, dal trasporto dei detenuti, al trasporto di migranti, fino alle missioni Frontex. E non solo!
È il generale Carrozzo a mostrarci con non poco orgoglio una mappa in cui sono evidenziati i luoghi toccati dalle innumerevoli missioni condotte dal Gruppo: dal continente europeo fino a toccare la Russia, spingendosi fino ai paesi del sud est asiatico, e poi ancora verso Occidente, fino a lambire le coste europee che si affacciano sull’Oceano Atlantico.
Qui, ancora una volta, riemerge nella mia mente il cosiddetto “genio italico” che da sempre ci distingue dalle altre popolazioni mondiali e che mi riporta al ricordo di una frase che mi disse un mio amico americano, nonché grande “personaggio” delle istituzioni statunitensi: gli italiani vanno oltre l’impossibile!
E giunge il momento del volo. Ci trasferiamo, quindi, nel piazzale in cui stazionano i velivoli, in cui ci attende il magg. pil. Francesco Pepenella, ufficiale incaricato della conduzione del “briefing pre-volo”.
L’ufficiale ci ragguaglia su tutte le procedure di volo e di sicurezza, fornendoci ogni informazione utile sul velivolo su cui effettueremo una missione di “maritime traffic monitoring”: un ATR 72 MP realizzato da Leonardo, denominato P-72B in funzione del particolare allestimento che coniuga tecnologie digitali innovative di “surveillance” ai vantaggi di un velivolo da trasporto passeggeri dai bassi costi di esercizio.
L’area geografica di riferimento per la missione è un tratto di costa dell’Adriatico.
Si tratta di un velivolo in grado di condurre qualsivoglia tipologia di sorveglianza marittima: dal monitoraggio delle rotte marittime al contrasto del traffico di droga, del contrabbando e dell’immigrazione illegale fino alla protezione della pesca ed alla prevenzione e interruzione di attività quali la pirateria.
L'aereo può anche fungere da posto di comando e controllo volante ed è in grado di assolvere alla funzione di trasporto di personale. Il cuore “tecnologico” del velivolo è il sistema di missione rimovibile ATOS (Airborne Tactical Observation and Surveillance) di Leonardo, un sistema in grado di gestire un'ampia gamma di sensori aeronautici.
Saliti sul velivolo ci allacciamo prontamente le cinture di sicurezza, anche perché le condizioni meteo non sono perfette per un volo “tranquillo”. Ciononostante, il tenente Valentini ci rassicura sul piano della grande affidabilità dell’aereo e della grande esperienza di volo accumulata dai piloti della Guardia di Finanza nel corso dei decenni.
Subito dopo il decollo, e dopo qualche piccolo “scossone”, ci posizioniamo accanto ai due operatori di sistema per cercare di comprende tutte le funzionalità del sistema ATOS.
Per tutta la durata della missione (circa due ore) esercitiamo un’azione “stressante” sui due operatori, in funzione delle innumerevoli domande e richieste di prove di identificazione dei molteplici “targets” che proponiamo durante il volo.
Ogni target - in questo caso parliamo di imbarcazioni - viene seguito e analizzato nel tentativo di individuare ogni possibile “anomalia” che possa determinare un livello di “alert” sul bersaglio. Nel caso di un peschereccio, ad esempio, l’eccessiva velocità dell’imbarcazione o l’assenza delle reti da pesca possono costituire un elemento anomalo che merita un opportuno approfondimento.
Gli operatori del sistema di missione, grazie all'elevata capacità multiruolo fornita dalla Console Operatore Multifunzione (MOC), possono operare con i tre sensori principali, radar, elettro-ottico oltre che con l'ESM (per il rilevamento, l'analisi e l'identificazione a 360° di qualsiasi emettitore elettromagnetico).
Il sistema FLIR (Forward Looking InfraRed), termine che identifica una tecnologia di imaging mediante l’utilizzo di infrarossi, consente una perfetta acquisizione delle immagini in ambiente notturno o con ridotta visibilità. La capacità di ingrandimento del FLIR è dir poco impressionante se consideriamo che le immagini riprese sono acquisite ad una quota di quasi 5.000 metri!
Le tecnologie descritte possono essere configurate per qualsiasi tipologia di missione tattica/operativa, finanche per scambiare dati e informazioni ad alta velocità con i centri di comando e controllo tramite avanzati collegamenti dati tattici e sistemi di comunicazione satellitare. Il sistema si distingue per le sue capacità net-centriche e C4ISR (Command, Control, Communication, Computer, Intelligence, Surveillance and Reconnaissance). Va evidenziato che in funzione alla sua derivazione commerciale il P-72B può garantire al suo equipaggio un livello di confort notevole, aspetto che permette la conduzione di missioni che vanno anche oltre le 8 ore.
Dopo numerosi “analysis of anomalous targets” si assume la decisione di fare rotta verso Pratica di Mare, anche perché abbiamo ancora un evento nel programma della giornata: la visita al Museo Storico del Servizio Aereo della Guardia di Finanza di Pratica di Mare.
Atterriamo dopo circa un’ora dalla conclusione della ricerca operativa e fortunatamente troviamo un tempo migliore del previsto che ci consente di condurre un atterraggio morbido e privo di “schiaffi” derivanti dalle turbolenze d’aria. Il tempo di veloce colazione di lavoro, cortesemente offerta dal gen. Minuto e dal Gen. Carrozzo, cui abbiniamo il “debriefing post volo” anche per scambiare punti di vista e considerazioni sulla missione effettuata. Velocemente, ma a piedi dato che le palazzine sono quasi adiacenti, ci dirigiamo verso il Museo Storico del Servizio Aereo ubicato all’interno della base, dove ad attenderci c’è il luogotenente cs Maurizio Di Terlizzi, che ci illustra la ricca dotazione presente in un apposito hangar di quasi 1.000 metri quadrati dedicato alla conservazione di una straordinaria collezione storica che comprende ben 5 elicotteri, un aeroplano, ed una corposa quantità di cimeli, tute ed equipaggiamenti da volo e perfino armi. L’intero percorso guidato del Museo, grazie alla presenza di documenti, foto, divise, cimeli, e velivoli accuratamente restaurati e mantenuti in perfetto stato, conferisce al visitatore una rara rappresentazione storica delle origini della componente “alata” della Guardia di Finanza, che affonda le sue origini all’anno 1911.
La nostra visita è giunta alla conclusione, ma ci congediamo dai vertici della Base con la promessa di rivederci presto, ancora una volta per descrivere lo straordinario ed incessante lavoro prodotto quotidianamente in quello spirito di sacrificio e riservatezza che da sempre contraddistingue la Guardia di Finanza.
Un particolare ringraziamento va al gen. Carrozzo quale cortese artefice della impeccabile organizzazione della nostra visita alla base, al ten. Valentini che si è prodigato in ogni modo per accontentare le nostre richieste e all’equipaggio del velivolo con il quale abbiamo effettuato la missione operativa.
Foto Credits: Luca Nicolotti